Dichiarazione di voto finale
Data: 
Lunedì, 28 Novembre, 2016
Nome: 
Maino Marchi

A.C. 4127-bis-A

 

Grazie Presidente. Colleghi deputati, rappresentanti del Governo, da parte dell'opposizione questa legge di bilancio viene definita elettorale, cioè una legge non fatta nell'interesse del Paese, ma per carpire la benevolenza degli elettori in vista del referendum costituzionale. 
Ora, vista la storia del centrosinistra degli ultimi venti anni, mi sento in dovere prima di tutto di rassicurare i sostenitori del «sì» che questa legge di bilancio non danneggia, diciamo così, le ragioni del «sì». Penso, invece, che sia del tutto priva di fondamento l'accusa delle opposizioni.
Se fosse vero, avremmo assistito ad una marea di tagli rispetto alla proposta del Governo. E, invece, abbiamo visto tante proposte, che facevano semplicemente «più uno», oppure che ricorrevano ad aumenti rilevanti di tasse per essere coperte, come la proposta del MoVimento 5 Stelle sul reddito di cittadinanza, coperta, tra l'altro, con l'abrogazione del fondo per la lotta alla povertà o con l'abrogazione dell'Ape, mantenendo, per tutti coloro che non possono usufruire dell'Ape sociale, la riforma Fornero così com’è. Soprattutto, quasi un terzo dei 16 miliardi necessari, ben 5 miliardi, vengono da tagli di esenzione ed esclusioni fiscali, cioè aumenti di tasse per 5 miliardi. Poi si può dire con criteri che salvaguardino le fasce più deboli, ma l'ammontare è così grande che toccherà quasi tutti: 5 miliardi da tagliare con decreti del Ministro dell'economia e delle finanze. Alla faccia, direbbe l'onorevole Castelli, della centralità del Parlamento e della sovranità popolare. E Forza Italia propone 2,6 miliardi per il pubblico impiego, da recuperare con razionalizzazioni o revisioni della spesa pubblica, ma, prevedendo di non riuscirci, la riserva di variazioni delle aliquote e riduzioni delle agevolazioni e delle detrazioni vigenti. Ovviamente si dice, anche qui, che vanno salvaguardati i più deboli, ma si tratta sempre di potenziali aumenti di tasse molto rilevanti, in questo caso decisi con decreto del Presidente del Consiglio, con il Parlamento che viene coinvolto solo con un parere delle Commissioni competenti. Poteri al Presidente del Consiglio che nella riforma costituzionale non ci siamo nemmeno sognati di pensare !
È curioso che queste proposte vengano da chi ogni giorno parla di sovranità popolare, di accentramento di poteri e di autoritarismo nella riforma costituzionale. Venendo invece a noi e ai contenuti della legge di bilancio, che la maggioranza si accinge ad approvare, c’è un modo per valutare se è una legge elettorale o invece è l'espressione di una politica economica e di bilancio coerente con quelle precedenti di questo Governo, una loro evoluzione, e andare a vedere se ci sono cose strambe o, invece, seppure innovative, nel solco delle politiche precedenti. L'intervento sul sistema previdenziale è una novità per le sue dimensioni per i temi che affronta, ma corrisponde all'impegno che ci eravamo assunti e a un confronto ampio con le organizzazioni sindacali. Oltre all'anticipo pensionistico, c’è l'aumento della quattordicesima, per chi l'aveva, e l'estensione a coloro che hanno la pensione fino a mille euro. C’è l'abolizione della penalizzazione, per chi ha maturato il diritto alla pensione prima dei 62 anni, e l'eliminazione della ricongiunzione onerosa introdotta da Tremonti nel 2010, che in Commissione abbiamo esteso agli iscritti alle casse professionali. Si abbassa l'aliquota contributiva al 25 per cento in modo permanente per i lavoratori autonomi. Vi sono norme per i lavoratori precoci e per quelli che svolgono attività usuranti. Si amplia la no tax area per i pensionati con meno di 75 anni, equiparandola a quella dei pensionati con più di 75 anni. C’è l'ottava salvaguardia per gli esodati: 30 mila 700 ne beneficeranno. In Commissione abbiamo anche esteso opzione donna alle lavoratrici che hanno maturato i requisiti entro la fine del 2015 e approvato un ulteriore intervento previdenziale per i lavoratori ammalati a causa dell'amianto. 
È un insieme di interventi di grande rilievo, che non può essere derubricato a «per andare in pensione bisogna fare un mutuo», perché in condizioni sociali peggiori l'anticipo è a carico dello Stato. Per gli altri che intendono avvalersene, l'Ape prevede delle penalizzazioni sulla futura pensione, come era previsto in tutte le proposte sulla flessibilità, seppure in misura e con modalità diverse. La flessibilità in entrata nel sistema previdenziale darà più opportunità di lavoro per i giovani. 
Il sostegno alla crescita e al lavoro caratterizzano questa manovra, in continuità con le precedenti scelte di questo Governo. Aumentano le risorse per agevolazioni fiscali per le retribuzioni legate a incrementi di produttività, per partecipazione agli utili di impresa e per il welfareaziendale. Chi ha introdotto le agevolazioni per il welfare aziendale, se non questo Governo ? Ci sono risorse per il pubblico impiego, ci sono sgravi contributivi per nuove assunzioni legate all'alternanza scuola-lavoro e all'apprendistato, che si aggiungono ai 700 milioni per nuove assunzioni nel Mezzogiorno, fatto con un atto amministrativo. E anche una forte politica per gli sgravi contributivi ha già caratterizzato questo Governo. In Commissione abbiamo eliminato strutturalmente la tassa sui licenziamenti in caso di cambio di appalto; interventi per i call center, per sostenere la promozione di società cooperative tra i lavoratori provenienti da aziende in crisi; il sostegno al reddito dei lavoratori dipendenti da imprese di pesca, sono coerenti con la nostra storia. L'aumento del congedo obbligatorio per il padre lavoratore; l'aiuto per le spese per asili nido e baby sitting; l'aiuto alle lavoratrici autonome vittime di violenza di genere, sono un'evoluzione un rafforzamento delle nostre politiche; così come i 5 milioni in più per il Piano nazionale ed i centri antiviolenza, e i 60 milioni aggiuntivi per le pari opportunità. 
C’è una politica di riduzione delle tasse alle imprese, che si sviluppa nel solco di precedenti scelte, a partire dal non aumento di IVA e accise, sterilizzando la norma di salvaguardia a legislazione vigente: costa 15 miliardi più della metà della manovra. L'introduzione dell'IRI, una forma vantaggiosa per i lavoratori autonomi, e la conferma della riduzione al 24 per cento dell'Ires, sono in continuità con precedenti scelte, come l'aver strutturalmente eliminato il lavoro a tempo indeterminato dalla base imponibile dell'IRAP. Abbiamo confermato il super-ammortamento al 140 per cento, introdotto l'iper-ammortamento al 250 per cento per investimenti ad alto contenuto tecnologico, cioè «industria 4.0». C’è il credito di imposta più forte per ricerca e sviluppo, il rifinanziamento della legge cosiddetta Sabatini, e da alcuni mesi si è reintrodotto il credito d'imposta sugli investimenti nel Mezzogiorno: tutte cose che nascono con il centro-sinistra o con questo Governo. E tra queste ricordo l’eco-bonus, ampliato agli interventi antisismici e alle strutture ricettive. Nel dibattito ci si è lamentati per non aver potuto intervenire su queste misure in Commissione. Ricordo a tutti che tra il 2008 nel 2011 le opposizioni, PD in primis, dovevano lottare per reinserire le misure introdotte dai Governi Prodi, e che puntualmente non erano presenti nel disegno di legge di Tremonti; negli ultimi anni invece nella proposta del Governo questa misura c’è sempre, e sempre potenziata rispetto all'anno in corso: quindi le opposizioni oggi si lamentano del brodo grasso ! Potrei 
continuare con l'agricoltura, l'abolizione dell'Irpef agricola, le compensazioni IVA per le carni, il Fondo per il comparto cerealicolo; con l'ambiente e la mobilità sostenibile, l'edilizia scolastica, che hanno un ruolo fondamentale nel rilancio degli investimenti, insieme agli interventi per gli eventi sismici, di prevenzione sismica e idrogeologica. Per gli investimenti nel Mezzogiorno si sono completate le intese per l'uso dei fondi di coesione, e sempre per gli investimenti è fondamentale il ruolo delle regioni e degli enti locali: nessun nuovo taglio, ma circa 3 miliardi da distribuire nel settore. Ho sentito parlare di ricatti ai sindaci, perché non è ancora tutto definito: nessun ricatto, semplicemente, come sempre, su questi temi l'esame della manovra si fa in seconda lettura, a seguito degli incontri con le regioni e le rappresentanze degli enti locali. Ci sentiamo di suggerire di superare eccessivi vincoli sul personale dei comuni, ed in ogni caso diversi miglioramenti sono stati introdotti qui alla Camera. Finisco su sociale e sapere. Sapere: ci sarebbero tante cose, ma voglio sottolineare l'università: aumento di risorse del Fondo ordinario, e soprattutto tra no-tax area per i meno abbienti e più risorse per le borse di studio si fa davvero una politica per il diritto allo studio. Sociale: aumento delle risorse per la lotta alla povertà e per le famiglie, sono l'asse portante di questa manovra. Sanità: non c’è nessun taglio, quando si passa da 111 miliardi a 113 non si può parlare di tagli; se ora le bugie si chiamano post verità, parlare di tagli in sanità è una post verità. Come il manifesto della Lega sul referendum, che dice: «No alla chiusura dei nostri ospedali». È una falsità: il «no» al referendum è un «no» alla chiusura del CNEL, delle province per come sono state fino ad ora e del Senato con uguali poteri della Camera; con il «sì» non si chiude nessun ospedale, ma si creano le condizioni per continuare una politica per la crescita ed il lavoro, per l'equità e la lotta all'evasione fiscale, per cambiare le politiche dell'Unione europea. Con questa legge di bilancio non sfondiamo il bilancio pubblico: rimaniamo uno dei Paesi con il deficit più basso in Europa, e continuiamo ad investire sul futuro. Per questo, il gruppo del Partito Democratico vota a favore della legge di bilancio.